Gru

Nel Monferrato l’autunno non è solo il colore cangiante delle vigne e le brume mattutine tra le colline; uno degli spettacoli naturali più emozionanti del mese è certamente la migrazione delle gru. In queste settimane questi grandi veleggiatori, meglio note come Gru cenerine o eurasiatiche (Grus grus), sorvolano la nostra regione per raggiungere climi più miti dove trascorrere l’inverno. In realtà in Italia le Gru risultano estinte come nidificanti nel nostro paese fin dai primi decenni del novecento e la comparsa nei cieli di individui in migrazione che non passano inosservati viste le cospicue dimensioni alari ed il loro vociare continuo e inconfondibile, ha sempre suscitato grande meraviglia nei pochi fortunati osservatori.

Nei primi anni di questo millennio infatti era ancora relativamente raro assistere al sorvolo da parte delle gru delle nostre colline e della valle del Tanaro e delle pianure alessandrine del po. La Gru cenerina si riproduce in Europa a partire dal mese di aprile nelle regioni Scandinave, Baltiche e della Russia settentrionale dove si trovano i principali siti riproduttivi europei. In autunno ha inizio la migrazione verso i siti di svernamento meridionali situati in Africa (orientale e occidentale), in Spagna e nella Francia meridionale utilizzando principalmente tre rotte migratorie autunnali : l’Europea-occidentale, la Baltica-Ungherese e la Europea-orientale (figura 1). La quasi totalità dei sorvoli che interessano le regioni del nord Italia sembrano provenire dalla rotta Baltica Ungherese.

Il numero di uccelli che provengono da quest’area è importante con qualche decina di migliaia di Gru stimate che si spostano verso sud raggiungendo la Spagna il Marocco fino alla Tunisia attraversando la pianura padana seguendo i rilievi meridionali delle Alpi e il corso del fiume Po e del Tanaro per poi attraversare le Alpi nel cuneese . Prima di attraversare la pianura padana con un volo medio di 24-36 ore in funzione delle condizioni meteo, i vari stormi di gru sostano per alcune settimane da metà settembre a fine ottobre in un’importante area di sosta in Ungheria, all’interno del Parco Nazionale di Hortobágy. Qui le Gru provenienti da nord a centinaia di migliaia sostano trovando ampi pascoli e coltivi su cui rifocillarsi prima dell’arrivo del gelo, il vero stimolo della seconda parte della loro migrazione verso sud. Gli ornitologi sono abbastanza concordi nel ritenere che le Gru avvistate nei cieli del Nord Italia in questi giorni provengano da Hortobágy e che facciano parte di un ampio contingente migratorio che si divide in diversi gruppi di cui una parte in incremento costante negli ultimi decenni raggiunge la nostra regione.

Questa rotta potrebbe rappresentare un antico tragitto migratorio quasi del tutto abbandonato durante la crisi della popolazione delle Gru e che ora sia tornato ad essere riutilizzato da un numero sempre crescente di individui grazie alla maggiore protezione e alle politiche di conservazione e tutela degli habitat naturali operata dai Parchi e dalle Istituzioni pubbliche . Queste politiche non sono un mero esercizio estetico di conservazione della biodiversità ma uno strumento fondamentale per contrastare i mutamenti ambientali nel complesso quadro del mutamento climatico che investe il nostro continente. In questi giorni di forzata necessaria presenza nelle nostre case, nei nostri giardini o balconi , occhi e orecchie rivolti al cielo per osservare questo straordinario fenomeno naturale.

Gru in un campo di mais nella pianura del Po, nel mese di Novembre 2020.



Un gruppo di Gru in migrazione sopra  le colline del Monferrato nella prima metà di novembre

GRU svernanti lungo il fiume. Po nel casalese.